TORX Trail Running Races 6-15 Settembre 2024

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Il Tor Des Géants raccontato dallo scrittore Simone Sarasso | DAY 7

La mia immagine del TOR2018?
Quella che porterò nel cuore per sempre?
Franco Collè e Federica Boifava che cantano a squarciagola "Montagne verdi" di Marcella Bella, impugnando come trofei da mostrare al mondo intero i microfoni del karaoke.
Son lì che li guardo - senza smettere neppure per un istante di applaudire - e penso: "Che Fede fosse intonata non è mica una novità. È diplomata in conservatorio. Ma Franco... Gesù, è un autentico portento!".
L'atmosfera è più che rilassata, stasera.
Sembra di essere in famiglia.
Gli spritz sono generosi e il cibo ottimo. Ma è la compagnia a fare davvero la differenza: ci sono illustri finisher del TOR e del TOT DRET, c'è Stefano Jeantet, il grandissimo fotografo. C'è mister Ivan Parasacco in forma smagliante.
Il locale è splendido, ma l'atmosfera assolutamente informale.
Si chiacchiera di dita gelate e milioni di passi. Di eroismo. Di poesia.
E si ride.
Si ride da morire.
Specie quando racconto che oggi volevo correre, e son salito al Bonatti con l'idea di arrivare al Bertone. Purtroppo, però, non appena incrociate le scope che accompagnavano gli ultimi, ho sbagliato strada e mi son sparato un colle e discese infinite.
È tutto da ridere, perché alla fine sono un cittadino e in montagna non ci so mica andare. Però li amo così follemente questi sassi, che dalla Valle non vorrei ripartire mai più.
Ero là, stasera, quando l'ultimo concorrente ha varcato il traguardo commuovendo e rendendo orgogliosa una sconfinata platea di occhi umidi.
Di mestiere, l'eroe che ha chiuso la competizone,fa il poliziotto, e viene da Chiavari. Quando gli viene chiesto di sigillare la sua avventura al microfono con qualche parola preziosa, travolto dal proprio cuore traboccante di gioia esclama: "Il TOR è emozione pura. Così tante emozioni che alla fine non si capisce più un belino".
Seguono minuti di applausi scroscianti.
E risate.
E un diffuso senso d'orgoglio e benessere.
Aver fatto parte di questa meraviglia anche quest'anno è un onore e un privilegio.
Sono qui, al centro esatto di questo cuore d'incanto e non vedo l'ora che sia domani per emozionarmi ancora, quando i 534 finisher saranno chiamati sul palco per ricevere la loro ricompensa. E per spartirsi la gloria.
Al contempo, vorrei che questa notte non finisse mai.
Perché è l'ultima e la birra rossa del Caffé delle Guide profuma di buono.
Federica mi racconta il suo viaggio con Leonardo: le caviglie e i tendini gonfi, ma il solito sorriso sincero a pranzo e cena.
Il TOR rende fratelli. È una famiglia che ogni anno è sempre più vasta, ed emana un calore speciale.
Spaziale.
Ci salutiamo che è tardi sul serio, e Federica mi dice all'orecchio: "Lo sai che mi mancherà?"
"Che cosa?" domando io prendendola in giro: "Dormire due ore per notte se va bene? Il freddo nelle ossa, la fatica infinita?"
"Tutto quanto, sì" dice lei con gli occhi crepati dal sonno e carichi di nostalgia.
"Lo so" rispondo con groppo in gola.
"Manca anche a me. Da morire. Mi mancate tutti".
Ogni anno il TOR è diverso, me l'avevano detto e avevano ragione da vendere.
Ogni anno unico.
Questa è la fine della strada. Almeno per quest'anno.
Buonanotte, TOR.
Buonanotte, eroi.
Domattina vi abbraccio tutti.
Domattina mi spello le mani, a forza d'applaudirvi uno ad uno.
Perché voialtri siete giganti.
E il vostro cuore è sconfinato.

Aggiornato: Sab, 15/09/2018 - 20:00