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Renzo Cipriano

L’abitudine di andare su e giù

E per forza mi sono invaghito del Monte Bianco e dei sentieri intorno! A forza di andar su e giù…”. Così ironizza Renzo Cipriano, origini e residenza a Quincinetto, dunque piemontese ma “quasi” della Valle. Con quel su e giù Cipriano sintetizza le migliaia di volte che, dal 2011 e fino a poche settimane fa, lo hanno portato a salire a scendere lungo le costole del massiccio che sovrasta Courmayeur.

Il nostro “uomo Tor” infatti è stato il direttore dei cantieri della nuova Sky Way Monte Bianco, un’opera imponente che ha dato enorme soddisfazione a tutto il suo staff oltre che alla regione intera. “Tranne che a qualche purista della montagna, ma era prevedibile. Io, del resto, mi attengo ai commenti di coloro che adesso salgono e scendono, molti dei quali non avrebbero mai potuto vedere un ambiente d’alta quota così superlativo e delle strutture così moderne e funzionali e registro la massima soddisfazione e interesse. Ed è questa la cosa che alla fine conta”.

Ma veniamo al Tor, in cui Cipriano, classe 1962, debutta. “Sì, sono rimasto affascinato dai sentieri di alta montagna, sapevo già della gara, molti me ne avevano parlato con entusiasmo, e dunque ho iniziato ad allenarmi, un po’ a tutte le ore, in base al lavoro. A volte la mattina molto presto, a volte la sera fino a tardi, poi nei fine settimana. Abitare a Quincinetto ha i suoi vantaggi anche sotto questo aspetto, perché c’è la montagna fuori di casa e d’inverno la neve cade raramente, il clima è più mite rispetto all’alta Valle dunque si può sta fuori spesso”.

E’ in famiglia che dicono?. “All’inizio non erano molto contenti, ma penso che sia così in ogni famiglia in cui un giorno uno arriva e dice: ho deciso di partecipare a una corsa in montagna di 330 chilometri. Perché diventa subito evidente che l’aspirante runner dell’estremo sottrarrà tempo ed energie, che andrà fuori con qualsiasi tempo, che si sveglierà di notte, che, come è capitato a me, sarà alla ricerca dei materiali più idonei e a sperimentali, e via di questo passo. Poi, fortunatamente, nei parenti stretti arriva una specie di rassegnazione e le cose vanno meglio, nel senso che nessuno ha più niente da ridire… “, conclude ridendo Cipriano.

Da un punto di vista mentale? “Di problematiche in questi anni ne abbiamo trovate e superate così tante che non saranno certo gli imprevisti di una corsa, anche se così impegnativa, a spaventami. Io vado per rilassarmi, per godere dei posti e della gente, non è mica un lavoro. Ma per fare che questo avvenga nel migliore dei modi ho a lungo studiato, sperimentato, corso. Ho fatto un progetto, una programmazione, ho fissato degli obiettivi. Come nella gestione di un cantiere…”.

Aggiornato: Mar, 08/09/2015 - 08:48